Bresaola e alimentazione per donne anziane

alimentazione anziani
In che misura la bresaola può essere inserita nell’alimentazione ordinaria di una donna anziana?

Gentile lettore,

una donna anziana è in salute se è una donna attiva. Un’alimentazione varia, corretta e bilanciata aiuta ad essere attivi nel modo migliore, poiché ci si sente più in forze e più propositivi. La bresaola della Valtellina IGP si inserisce proprio in quest’ottica di benessere. Infatti, è un alimento che apporta un’ottima quota (33,1%) di proteine di elevata qualità, con il vantaggio di contenere pochissimi grassi (2%). Per questa sua specifica composizione è un alimento perfetto, da solo o come ingrediente per la preparazione di piatti più elaborati, ad esempio, per i pasti che seguono le sessioni di movimento.

Per le persone con più di 65 anni, le più recenti raccomandazioni consigliano di inserire, in tutti i pasti principali (colazione, pranzo e cena) – e in particolare dopo l’attività fisica – un alimento che contenga 25-30 g di proteine “nobili” ovvero con alto valore biologico, cioè che includano tutti gli amminoacidi (i mattoncini che costituiscono le proteine, a loro volta elementi essenziali per la struttura muscolare) necessari per l’organismo. Tali apporti ​​dovrebbero essere ottenuti da fonti alimentari sia animali (carni, uova, pesci, latte e derivati) sia vegetali (cereali e legumi), meglio se abbinate tra loro, come nel caso di un semplice panino con bresaola, rucola e scaglie di grana oppure nel caso di una ricetta un po’ più complessa, ma davvero ottima: involtini di bresaola con verdure, ricotta e riso integrale.

 

Questi consigli, sia nutrizionali che di movimento, nascono dall’osservazione che, soprattutto gli anziani a partire dai 65 anni, vanno incontro a una riduzione progressiva del peso, dovuta principalmente ad una perdita di massa magra/muscolare (sarcopenia), che può avere serie ripercussioni sulla salute fisica. Muscoli meno allenati e ossa più fragili aumentano, infatti, le probabilità di andare incontro a quella che viene definita “dynapenia” ovvero la perdita di forza con conseguente ridotta autonomia e aumento del rischio di cadute e fratture.

 

Per contrastare questo fenomeno e mantenere un buon livello di salute, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO, 2010), ha stabilito che una persona con più di 65 anni dovrebbe svolgere almeno 150 minuti a settimana di attività moderata (es. cammino a passo sostenuto) o 75 minuti di attività vigorosa (es. ballo in coppia o in gruppo) oppure combinazioni equivalenti delle due, in sessioni di almeno 10 minuti per volta, che comprendano esercizi di rafforzamento (a corpo libero o con piccoli attrezzi) dei maggiori gruppi muscolari, da svolgere almeno 2 volte alla settimana. Consiglia, inoltre, di svolgere attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute (es. pilates o ginnastica dolce).

 

È proprio dopo un’impegnativa seduta di allenamento che l’organismo ha più necessità di alimenti proteici di alto valore biologico, quali possono essere carne, pesce, latte e derivati, uova e legumi, soprattutto se in associazione con cereali.

 

Per realizzare una dieta completa ed adeguata, ogni giorno andrebbe consumata almeno una porzione dei cibi di questo gruppo, variando la scelta settimanale tra tutti gli alimenti che ne fanno parte (es. 2-4 volte carne, 2-4 volte pesce, 2-3 volte legumi, 1-2 volte uova, 1-2 volte formaggi). Senza eccedere nella frequenza di consumo e nelle quantità, una porzione di carne può essere rappresentata dalle cosiddette “carni conservate”. La porzione standard per le carni conservate è di 50 g, che corrispondono a circa 5-6 fette di bresaola.

 

Alla luce di queste considerazioni e tenuto conto che la varietà è uno dei principi fondamentali su cui si basa un’alimentazione corretta, la bresaola può sicuramente costituire una valida scelta per una donna anziana sana, in forma ed attiva.