14/02/2020

BRESAOLA DELLA VALTELLINA, IN CRESCITA NEL 2019 (+3%) NEI TRE MESI DI EMERGENZA, – 23% A VOLUME E -28 MLN DI EURO A VALORE DA FINE MAGGIO, SEGNALI POSITIVI DI RIPRESA

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All’indomani del rinnovo della sua carica di Presidente del Consorzio di tutela Bresaola della Valtellina, Franco Moro traccia uno scenario, fatto di luci e ombre, per raccontare lo stato di salute di un comparto vitale per l’economia della provincia di Sondrio. Dopo un eccellente 2019, che ha registrato una produzione di 13.820 tonnellate (+3% sul 2018) per un valore di 490 milioni di euro (+8%), e un inizio 2020 positivo (+ 7,4% a volume e 1,8% a valore) la bresaola ha sofferto nella prima fase dell’emergenza Covid-19. Il Consorzio ha stimato una perdita che a maggio ha raggiunto -23% a volume (- 800 mila kg, corrispondenti a oltre 28 milioni di euro in valore al consumo). Ma con segnali positivi di ripresa già dall’ultima settimana. Franco Moro: “La filiera ha reagito in maniera responsabile investendo in sicurezza per i lavoratori e con senso di responsabilità per far arrivare il prodotto nei punti vendita, e dopo una prima sofferenza per le conseguenze del virus, ora sta gradualmente recuperando. Abbiamo affrontato la situazione con grande determinazione fin dall’inizio e ora guardiamo al futuro con un approccio nuovamente positivo e con la volontà di far ripartire il settore”

 

Nonostante le evidenze di crescita del 2019 e di inizio 2020 parlino di un settore in salute, lo scenario è cambiato con l’emergenza Covid-19, che ha segnato, nei mesi di lockdown, l’inizio di un trend di progressiva decrescita per la Bresaola della Valtellina IGP. Il settore è stato infatti tra i più penalizzati all’interno di un alimentare dinamico che in alcuni casi ha segnato anche performance di crescita.

 

Dopo un inizio 2020 positivo (+7,4% a volume e 11,8% a valore), per la bresaola certificata e non, già a fine marzo è stata stimata una perdita del -6,70% a volume e un -4% a valore, soprattutto nel peso variabile (affettato al banco taglio). A fine aprile c’è stata un’accelerazione in negativo che ha portato i margini di perdita oltre le due cifre: -28,6% a volume e – 27,5% a valore (Fonte: analisi IRI per ISIT). Anche a peso imposto le vendite sono calate, sia nell’affettato in vaschetta, che costituisce il 43% del comparto (con un -13,8% a volume e un -5,4% a valore), che nei formati interi/tranci (a volume -26,2% e a valore -25,7%).

 

Complessivamente, nei tre mesi (marzo-maggio) – per la Bresaola della Valtellina IGP si stima un calo pari a -23% a volume, corrispondenti a una perdita di circa 800 mila kg, pari a oltre 28 milioni di euro di valore al consumo. Secondo l’analisi del Consorzio – che ha appena rinnovato le proprie cariche associative, confermando alla Presidenza Franco Moro – alla base della riduzione dei volumi c’è soprattutto l’azzeramento dei consumi fuori casa e più in generale le mutate abitudini del consumatore: per molte settimane, per limitare i contatti ravvicinati con gli altri clienti nei supermercati si è preferito evitare il banco assistito tanto quanto le vasche delle offerte. Il confezionato ha tenuto, ma il prezzo medio della bresaola, più alto rispetto ad altre referenze di salumi, ha risposto meno alle esigenze di spesa di una larga fascia di consumatori, su cui questa emergenza ha impattato a livello economico e di reddito in modo significativo.

 

Ma a partire dalla seconda metà di maggio, ci sono stati segnali positivi di ripresa. “Già gravato dalla pesante zavorra dei dazi strutturali e dei pesanti rincari della materia prima di fine 2019, il settore oggi si trova a fronteggiare anche le conseguenze del Coronavirus, ma tra alti e bassi sta reggendo la crisi e inizia a dare dei segnali positivi di ripresa. E il mese di giugno lo sta confermando, forte del fatto che in estate la bresaola diventa protagonista di tante preparazioni. La filiera ha reagito in maniera responsabile investendo ulteriormente in sicurezza per i lavoratori e con senso di responsabilità, assicurando continuità produttiva per far arrivare il prodotto nei punti vendita – commenta Franco Moro, Presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina –. Quello della bresaola rappresenta un comparto vitale per l’economia della Valtellina. Offre oltre 1400 posti di lavoro e garantisce reddito diretto ad altrettante famiglie, a cui si aggiunge l’indotto”.

 

Parliamo infatti prevalentemente di piccole e medie imprese di un territorio ristretto come quello della provincia di Sondrio nel quale uno scenario negativo come quello ipotizzato avrebbe un impatto gravissimo sia a livello economico che occupazionale, oltre che sul piano sociale e culturale, su un’eccellenza del Made in Italy che negli anni è passata da prodotto tipico della regione, a eccellenza nazionale di largo consumo. Oggi la Bresaola della Valtellina IGP è amata da 38 milioni di italiani e portata in tavola abitualmente da 1 su 2, più di una volta a settimana (Fonte: Ricerca Doxa).

 

E i dati del 2019 lo confermano: la produzione complessiva di Bresaola della Valtellina IGP riferita alle 16 aziende certificate (soci e non soci) ha registrato un positivo andamento in termini quantitativi con un aumento pari al +3% sul 2018, passando da 13.405 a 13.820 tonnellate. Si è confermato in crescita il prodotto preaffettato in vaschetta, che copre quasi metà della produzione, pari al 43% del totale certificato per totali 5.955 tonnellate (+7,2% rispetto al 2018). La produzione riferita alle  aziende associate costituisce la quasi totalità della produzione di Bresaola della Valtellina IGP certificata dall’Organismo di controllo CSQA. Sono state avviate alla produzione di Bresaola della Valtellina IGP poco meno di 38mila tonnellate di carne bovina, di cui oltre il 90% di taglio punta d’anca.

 

Sul fronte consumi, in graduale espansione da oltre 20 anni, nel 2019 il comparto ha segnato 490 milioni di euro (+8,1% rispetto al 2018) con un impatto sulla provincia di Sondrio di 235 milioni di euro (+4,4% sul 2018). Lato distribuzione, la GDO si conferma il principale canale di vendita (76%), con tassi di crescita importanti sia a volume (+4,8%) sia a valore (+4,6%) (Fonte: dati IRI).

 

Anche l’export nel 2019, seppur sempre contenuto, ha registrato un dato positivo, con un valore di 26 milioni di euro (+8,33% rispetto al 2018). Sul totale di Bresaola della Valtellina IGP prodotta, l’export rappresenta il 9% (+3% rispetto al 2018) con 1.245 tonnellate in territorio europeo (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Rep. Ceca, Rep. San Marino, Romania, Svezia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ungheria) e al di fuori dell’Unione Europea (con importanti partner commerciali in Armenia, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Hong Kong, Kenia, Kuwait, Libano, Serbia, Seychelles, Svizzera).

 

Il 2019 è andato bene e i risultati raggiunti sono motivo di grande soddisfazione per il nostro Consorzio di Tutela – conclude il presidente Franco Moro . Sono la prova che la Bresaola della Valtellina IGP è un prodotto tradizionale certificato, che gode di alta notorietà e affidabilità in fatto di qualità e sicurezza tanto da essere elemento di scelta molto rilevante e che risponde alle esigenze e ai valori del consumatore contemporaneo. Il 2020 non sarà un anno semplice, ma noi guardiamo al futuro con ottimismo e con la volontà di far ripartire il settore, auspicando che il consumatore possa tornare quanto prima alle proprie abitudini di acquisto e a privilegiare quello che è e resta uno dei suoi salumi preferiti e che il Governo possa mettere in campo azioni mirate a sostenere il sistema produttivo della nostra IGP per aiutarlo a superare le criticità del momento”.

 

Tra le prime misure di sostegno previste, il Consorzio di Tutela intende proporre l’inserimento della Bresaola della Valtellina IGP tra i prodotti destinati al sostegno agli indigenti previsti all’interno delle misure di  Rilancio, al fine di alleviare la pressione sulle scorte di magazzino, e contribuire a riportare equilibrio nella filiera sia produttiva che distributiva. Anche la Bresaola della Valtellina IGP, infatti, si presta particolarmente bene come fornitura per il bando, perché facilmente fornibile in tranci da 500 grammi. Senza considerare i suoi plus nutrizionali. È il salume con meno grassi e più alto contenuto di proteine nobili. Apporta vitamine e sali minerali e come tale garantisce un apporto nutrizionale unico a fronte di un ridotto apporto calorico, che la rendono preziosa all’interno delle diverse proposte alimentari. Queste caratteristiche fanno sì che essa sia un alimento consigliato da dietologi, medici e nutrizionisti e adatta ad essere inserita nei diversi regimi alimentari per rispondere efficacemente ai diversi bisogni all’interno di una dieta varia ed equilibrata.